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Psicopatologia della sofferenza ed Essenze Floreali

Dr. Eduardo Grecco (Roma, 19/20 febbraio 2005)

Anche questo appuntamento con il dott. Eduardo Grecco, psicoterapeuta argentino, ma residente in Messico, è stato ricco di insegnamenti e di emozioni. Con il suo umorismo, unito ad una grande comunicativa, è riuscito a trasmetterci in modo leggero degli insegnamenti che in realtà non lo erano affatto.
Credo che la sua verve, invece che dal latino verbum, derivi piuttosto dal suo essere un Vervain, come lui stesso ama ripetere!

Rifacendosi alla dottrina del dott. Edward Bach, ha sottolineato come la sofferenza psichica o fisica, sia sempre originata da un doppio conflitto, di cui il primo è tra l'anima e la personalità. L'anima, nonostante sia immortale, deve imparare, e l'unico mezzo che ha per evolversi è l'incarnazione. Sebbene l'anima ne scelga le condizioni, la personalità non accetta i suoi dettami e questo apprendimento diventa fonte di sofferenza. La malattia va vista come un regalo, un'opportunità per la nostra evoluzione.

Il secondo conflitto è tra l'io e l'altro. Impariamo attraverso i rapporti umani : esistere è coesistere, quindi è sempre meglio una relazione sofferta che la sua assenza. Da bambini ci viene insegnato a reprimere le emozioni, per il dott. Grecco i nostri genitori ci hanno reso mediocri emozionalmente e sono proprio le emozioni e le esperienze non vissute intensamente che ci fanno ammalare. Si deve imparare anche dalle emozioni negative.

Riferendosi alla vita del dott. Bach, egli ipotizza che anche il tumore intestinale a lui diagnosticato, possa venire inquadrato in un momento di probabile conflittualità. Di fronte alla morte, il dott. Bach decise di sviluppare al massimo le sue ricerche, trasformò l'emergenza in un emergere, un'iniziazione, un cambiamento spirituale e psicologico. È questa la grande lezione che dobbiamo imparare.

Dopo aver ricordato l'importanza dell'ordine cronologico ed i criteri con cui i fiori furono scelti, afferma che "non esistono malattie psichiche e malattie fisiche, ma esiste il malato".
I sintomi esprimono ciò che la coscienza vuole far tacere, hanno un loro linguaggio e vanno messi in relazione con le emozioni. Il paziente rivela tramite i sintomi, che sono la memoria di situazioni traumatiche, le emozioni che non può esprimere, i fiori, in quanto "emozioni liquide", lo aiutano a riconnettersi con le sue. La storia che ci racconta il paziente è stata rielaborata dalla memoria personale, secondo come è stata vissuta, ed in base alla sua essenza floreale tipologica. Ma c'è anche una memoria transpersonale che copre varie aree : karmica, familiare ed archetipica.

Dopo tali premesse, il dott. Grecco ha analizzato le infermità mentali suddividendole in tre grandi forme di espressione : nevrosi, psicosi e psicopatie.
Il primo, e più numeroso gruppo, comprende le nevrosi da angoscia, fobiche, isteriche, ossessive, depressive, impulsive e psicosomatiche. Per ognuna propone diversi approcci floreali, insistendo sull'importanza della relazione con il paziente, considerata determinante per ottenere un effetto terapeutico.

Parlando della depressione, afferma che è sempre legata ad una perdita affettiva, anche se, in realtà, non possiamo perdere qualcuno perché non lo possediamo. Dovremmo imparare a vivere un ricordo doloroso "come una carezza", sentire profondamente quello che l'altro è stato nella nostra vita e recuperare così le energie spese nella relazione. Per sottolineare la necessità della verbalizzazione e dell'elaborazione di un lutto o di un abbandono, ci racconta alcune sue esperienze personali che, a me, ma credo anche a tutti gli altri partecipanti, hanno fatto venire i brividi e suscitato una profonda e sincera empatia.

Polemizzando con una certa cultura floreale, invita a non abusare del Rescue Remedy, da lui visto come un rimedio soppressore, se il sintomo viene soppresso, senza una preventiva elaborazione, il problema non risolto si manifesterà sotto un'altra forma : "ciò che non si esprime, non si cura".

Prosegue sottolineando l'efficacia che i fiori possono avere nei disturbi bipolari, in passato chiamati psicosi maniaco-depressive. Tali pazienti sono molto instabili, però non vanno bloccati, dovrebbero riuscire ad oscillare armonicamente. Per ottenere un tale risultato, suggerisce Scleranthus, considerato uno stabilizzatore emotivo poiché facilita l'integrazione delle polarità. Spesso i loro sintomi derivano da talenti incompresi e quindi repressi.

L'incontro termina con l'esortazione a mantenere una mente aperta ed uno spirito di ricerca, per non cadere nei dogmatismi. Si deve pensare in modo floreale per poter aiutare il paziente a scoprire le cause della sua malattia, il floriterapeuta dovrebbe essere "un ostetrico che aiuta a partorire le proprie emozioni".

Simona Zacchini

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